Tanto che il colonnello Guido Zelano ha proposto al presidente dell’Esu, Rocco Bordin, di sistemare delle postazioni della Finanza nei luoghi più frequentati dai ragazzi, come mense e aule studio, perché agenti giovani possano spiegare i rischi di un’autocertificazione falsa. I controlli non nascono da un’emergenza: i controlli già effettuati l’anno scorso dall’Esu sul 20% di chi vive nei collegi universitari, ovvero 150 controlli su 700 ragazzi, hanno evidenziato appena un paio di casi irregolari. L’esigenza di verificare più oculatamente dipende dalla spinta della crisi economica che ha visto passare gli idonei alla borsa di studio, nell’ultimo anno, da 5 a 6 mila ragazzi. Secondo l’Esu il Veneto è una delle poche regioni che ha sempre garanti lo la copertura finanziaria ai borsisti. Malgrado su questo punto i rappresentanti delle associazioni studentesche non si sono mai allineati. Dall’anno prossimo tuttavia la copertura sarà garantita solo se i fondi delle borse di studio saranno svincolate dal “cappio” del patto di stabilità. «Miglioreremo le nostre verifiche su diritti mensa, sussidi straordinari, borse di studio, fidi e residenze», spiega Bordin, «i furbi non devono togliere opportunità a chi ha davvero diritto». Il protocollo con l’Esu rientra in un sistema di prevenzione che conta oggi 77 protocolli tra fiamme gialle e le istituzioni. «Svolgiamo sistematicamente controlli sulle prestazioni sociali agevolate», aggiunge Zelano, «l’anno scorso su 620 controlli il 37% è risultato irregolare. Quest’anno abbiamo già segnalato ai reparti 897 posizioni che dovranno essere controllate. Inoltre questa primavera partirà una campagna per verificare gli affitti in nero ».