Da una parte, dopo i congressi celebrati sabato scorso, si tenta a fatica di ricucire le divisioni interne di sempre. Mentre, dall’altra, è già cominciato il conto alla rovescia per l’arrivo di Roberto Maroni, atteso venerdì prossimo proprio a Vigonza. Partiamo con il Pdl. Il ricorso presentato a Roma da alcuni colleghi di partito (Stefano Grigoletto, Alberto Salmaso, Giampiero Avruscio, Domenico Menorello e Tommaso Riccoboni) circa la presunta incompatibilità di Rocco Bordin, nuovo vicecoordinatore cittadino vicario e commissario straordinario dell’Esu (l’Ente regionale per il diritto allo studio), scatena la durissima reazione dell’interessato. «Irresponsabili, vergogna – grida Bordin – siamo arrivati a farci i dispetti come i bambini dell’asilo. La supposta incompatibilità tra il mio ruolo all’interno del nuovo coordinamento di Padova e quello che ricopro pro tempore all’Esu non ha senso di esistere. Tanto che, proprio ieri (martedì, ndr) ho ricevuto un telegramma di congratulazioni per il brillante risultato ottenuto al congresso da parte del segretario nazionale Angelino Alfano. Purtroppo, Grigoletto e gli altri non vogliono rassegnarsi alla sconfitta subita, 6o io contro 40, e continuano a dare all’esterno l’immagine di un Pdl diviso e spaccato, tradendo così non solo il giudizio espresso dai nostri iscritti, ma anche il desiderio di unità manifestato più volte dagli elettori padovani di centrodestra». E Bordin prosegue. «Non è più ammissibile andare avanti così. Si mettano l’anima in pace: la gente ha scelto il nuovo, rappresentato da me, Marco Marin, Barbara Degani e Massimo Giorgetti, ribadendo di non volere più il vecchio ovvero i vari Filippo Ascierto, Giustina Destro, Mario Acampora e Settimo Gottardo. Quindi – conclude l’ex capogruppo di Fi a Palazzo Moroni – la smettano di raccontare in giro scemenze. Altrimenti faranno soltanto il gioco della sinistra, come peraltro qualcuno di loro ha già fatto nel zoo, votando in maniera disgiunta e favorendo la riconferma a sindaco di Flavio Zanonato ».
E veniamo, invece, al fronte Lega Nord. Venerdì prossimo 24 febbraio, alle 20.45 nel teatro comunale Quirino De Giorgio di Vigonza, l’ex ministro Maroni parteciperà ad un incontro intitolato «Le certezze della Lega Nord-Liga Veneta. La politica ideale per il nostro territorio». Ma la serata, per il Carroccio padovano, sarà soprattutto un’occasione per contarsi e rivedere gli equilibri all’interno del partito. In sostanza, per provare a stabilire quanti e quali siano i padani ancora «fedelissimi» di Umberto Bossi. E quanti e quali, invece, preferiscano il «nuovo corso» dello stesso Maroni. In città, i «bossiani» sono ancora in maggioranza, guidati dal segretario cittadino Massimo Bitonci, dalla capogruppo a Palazzo Moroni Mariella Mazzetto, dal presidente del Quartiere 6-Ovest Fabrizio Boron e dal consigliere della circoscrizione 1-Centro Pierfilippo Pavanini. Quindi, per il momento, rimangono in minoranza i consiglieri comunali «maroniani»» Luca Littamè e Mario Venuleo. A livello provinciale, invece, i seguaci dell’ex numero uno del Viminale crescono di giorno in giorno. Tanto che, a Palazzo Santo Stefano, l’unico devoto a Bossi sembra rimasto il vicepresidente della Provincia Roberto Marcato. Mentre tutti gli altri, in linea con l’assessore regionale Maurizio Conte, paiono prediligere il «credo» di Maroni: dagli assessori provinciali Gilberto Bonetto, Leandro Comacchio e Marzia Magagnin fino alla presidente del consiglio Luisa Serato, passando per il capogruppo Alessandro Paiusco.