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Casa crollata, gli studenti all’Esu «Miracolati, vogliamo stare uniti»

 
 I ragazzi, che vivevano in due appartamenti da quattro posti, mi hanno detto che non c’è fretta e hanno chiesto di restare uniti: a febbraio, se vorranno, potranno entrare in alloggi con le stesse caratteristiche in foresteria o in residenza, allo stesso prezzo di via Tiepolo. E potranno avere una proroga sul prestito dei libri».
«Ringraziamo l’Esu, ma valuteremo anche le offerte sul mercato privato dice Federico De Zorzi, uno dei «miracolati» -. La fuga di gas? Impossibile che sia dovuta a una dimenticanza, l’impianto aveva la valvola di non ritomo». Letteralmente graziati dalla sorte, gli studenti, dunque, al momento hanno deciso di farsi ospitare da amici. Sul fronte delle indagini, il pm Francesco Tonon (che ha aperto un’inchiesta per disastro colposo contro ignoti) ha affidato al capo della squadra mobile Marco Cali il compito di controllare tutta la parte burocratica relativa alla palazzina crollata, contratti d’affitto e revisioni dell’immobile comprese. Ma quali precauzioni si possono prendere per prevenire le fughe di gas? Di certo, qualche piccola, banalissima attenzione potrebbe scongiurare questo tipo di episodi. «Bisogna controllare le date di scadenza sui tubi e fare le manutenzioni necessarie – afferma Andrea Gambate, vicepresidente padovano di Anaci (amministratori di condominio) -. Non basta accendere e spegnere il gas, la caldaia o la luce: gli impianti vanno tenuti sotto controllo, vanno fatti controllare da esperti, va fatta la manutenzione. E in ogni caso prima di uscire per andare in vacanza chiudere i rubinetti centralizzati di gas e acqua non è sbagliato. E perché non testare se funziona il salvavita? C’è un pulsante creato appositamente sul contatore e ci può salvare in caso di cortocircuito. :«J Ci sono poi le prove di tenuta per vedere se ci sono delle perdite, e i tubi devono essere portati all’esterno, per evitare il rischio di saturazione o esplosione anche in caso di perdita». Impossibile immaginare quale possa essere stata la causa dello scoppio che nella notte tra lunedì e martedì ha raso al suolo la palazzina di via Tiepolo: «Conoscevo quell’appartamento – prosegue Gambata -. Aveva trenta, quarant’anni ma era discreto, non aveva grossi problemi: c’è solo da ringraziare il Signore se non ci sono stati morti, visto quello che è accaduto. Ci sono cose ben peggiori in giro: tanti impianti sono stati adeguati con gli anni, ma tanti altri sono ancora lontani dall’avere uno standard di sicurezza dignitoso. Ci sono ancora, per esempio, quelli con il contatore del gas sotto e sopra quello della luce, senza nessuna separazione: sono potenzialmente delle bombe. In centro storico, fino a venti anni fa, si usava il gas liquido e si trovano ancora oggi tubature sigillate con la stoppa dagli idraulici: con il gas non più liquido mol te guarnizioni di questo tipo si seccano, si crepano e possono dare luogo a perdite».