È l’ambizioso obbiettivo di Esu e Confindustria Padova, che per sei mesi affiancheranno studenti universitari a giovani imprenditori, creando un team che dovrà sostenere la nascita di una start up. Da una parte dunque ci sono gli studenti universitari, che potranno affacciarsi mondo del lavoro, dall’altra ci sono giovani imprenditori con il giusto entusiasmo per poter sfruttare al meglio le idee dei ragazzi. Un connubio perfetto che darà vita ad una vera e propria competizione durante la quale ogni squadra affiancherà l’imprenditore nello sviluppo della propria idea portando in dote ricerca scientifica, produzione creativa e progettualità multidisciplinare.
Ogni team si coordinerà gra zie a una piattaforma tecnologica dedicata e supportata a sua volta da una rete di coordinamento dei Collegi Universitari di Merito. Un progetto che già nelle precedenti edizioni ha goduto di ottima fortuna, coinvolgendo 360 laureandi su 900 candidati di 16 atenei italiani e sviluppando ben 96 progetti innovativi. L’anno scorso quattro squadre hanno dato vita ad altrettante start up in cui attualmente lavorano 16 giovani. «Lo scopo è fare incontrare idee innovative di imprenditori con le abilità creative degli studenti e, contemporaneamente, fornire supporto alle aziende pronte a innovarsi», ha spiegato Rocco Bordin, amministratore unico Esu.
«Vogliamo far avvicinare gli studenti alla cultura dell’azienda e alle dinamiche del lavoro. Conoscere per capire e dare ai ragazzi tutti gli strumenti per fare la scelta giusta nella vita». Si potrà pre sentare la propria azienda e i propri progetti fino al 27 gennaio. Gli studenti invece avranno tempo fino al 27 febbraio per proporre le proprie candidature. Infine tra pochi giorni Esu, Giovani Imprenditori di Confindustria e Collegi Universitari di Merito chiuderanno un accordo anche con il Comune e l’assessore alle Politiche giovanili Eleonora Mosco. «MImprendoItalia è una risposta concreta alla disoccupazione giovanile, per questo il progetto deve coinvolgere anche l’amministrazione comunale: è il primo esempio in Italia e parte proprio da Padova», ha sottolineato Bordin.