Ecco perché di questo nuovo gruppo, almeno per ora non fanno parte altri cinque consiglieri, che sono rimasti nel Pdl, Popolo della Libertà. Sono l’attuale capogruppo Antonio Foresta, Alberto Salmaso, Giampiero Avruscio, Filippo Marchioro e Gregorio Cavalla. Stefano Grigoletto , un passato in An, la vede così: «Il Pdl non c’è più, su 863 delegati in 600 hanno votato per la sua scomparsa e non si presenterà alle amministrative. Il resto è andato nel Nuovo centrodestra. Ritengo che abbiamo dato un grande senso di chiarezza agli elettori con questo passo. Noi non stiamo con chi è al governo con la sinistra, siamo incompatibili con certe scelte in materia fiscale e di spesa pubblica.
Ora ognuno farà le proprie scelte secondo la sua inclinazione. Io mi sento anche professionalmente, di stare con il senatore Mandelli, di Forza Italia, presidente del Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti». Matteo Cavatton, anche lui un passato in An, spiega come si trattasse di un passaggio quasi obbligato. «Il nostro primo intendimento è che siamo all’opposizione tanto del governo a Roma quanto del Comune a Padova. Il candidato sindaco? Il nostro coordinatore regionale è il primo a volere un’individuazione che sia condivisa da una consultazione democratica e che avvenga il prima possibile. Lui ne sa qualcosa».
La posizione di Rocco Bordin è la più interessante, vista la sua amicizia con il ministro Lupi. «La mia però è una scelta naturale, provengo da Fi e se vogliamo battere la sinistra dell’inciucio-primarie, vedi Piron, dobbiamo riorganizzarci. Insieme sono certo che troveremo la soluzione entro i primi di febbraio. Io confermo la mia disponibilità alla candidatura da Fi per tutto il centrodestra».