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Padova “pidiellini” sconfortati dal ritorno del Cavaliere

Preferenze. Se Giancarlo Galan, già eletto deputato nel 1994 e senatore nel 2006 e nel 2008, si prepara al ritorno in Parlamento, gli amministratori del Popolo della Libertà stanno riflettendo sulla nuova svolta di Silvio Berlusconi, classe 1936. «Il rinnovamento», commenta Mirko Patron, sindaco di Campodarsego e assessore provinciale all’Istruzione, «si fa anche cambiando la legge elettorale e restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere attraverso le preferenze. Va detto che l’intera sistema politico ha fatto resistenza per mantenere in vigore il Porcellum».

Io non voto. «In consiglio regionale», ricorda Leonardo Padrin, che fu il promotore di questa iniziativa, «abbiamo approvato, con 58 favorevoli su 61, la richiesta di un ritorno alle preferenze. Il Parlamento non si è nemmeno degnato di esaminarla». Sicché? «Se la legge elettorale è questa, io non vado a votare».

Meloni. «Se Silvio Berlusconi, al quale riconosco un ventennio d’impegno, rifà Forza Italia», argomenta Enrico Pavanetto, assessore provinciale e consigliere comunale a Vigodarzere, «quel partito non mi appartiene. Continuo a pensare che era meglio fare le Primarie per la scelta del candidato premier. In due giorni ho raccolto 400 firme a supporto della candidatura di Giorgia Meloni. Adesso cosa dico a quelle persone che sono venute con fiducia a firmare? Che abbiamo scherzato?».

Irresponsabili. «Chi dalla sera alla mattina », aggiunge Domenico Menorello, consgliere provinciale e vicepresidente vicario di Veneto Strade, «butta giù un governo, non compie certo un gesto di responsabilità. Mi vien da pensare a un accordo tra Bersani e Berlusconi per bloccare l’intero sistema politico».

Scossa. »Alla luce di questo ritorno in campo», osserva l’assessore provinciale Domenico Riolfatto, transitato in Italia Futura, «sono ancora più contento della scelta che ho fatto». Prontissima a supportare la corsa di Berlusconi è invece Lorena Milanato, segretario dell’ufficio di Presidenza della Camera: «Era la scossa di cui avevamo bisogno».

Delusione. «Nessuno mette in discussione la leadership di Silvio Berlusconi», argomenta Rocco Bordin, vicecoordinatore cittadino del Pdl, «ma io avrei preferito le Primarie. Soprattutto mi auguro che, nelle liste per Camera e Senato, non vengano riproposte le solite facce».

Disponibile. «Se il Paese ha bisogno di me», sottolinea Filippo Ascierto, parlamentare dal 1997, «io sono a disposizione. Credo infatti di rappresentare da tempo le istanze della sicurezza e delle forze dell’ordine». Rinnovamento. «Ci vuole un grosso rinnovamento delle liste», scandisce Barbara Degani, presidente della Provincia e coordinatrice del Pdl provinciale, «come coordinamento provinciale siamo tutti d’accordo: non ci possiamo più accontentare di una lista di nominati. Chiederemo la candidatura di tanti amministratori locali, preparati e competenti, di età compresa fra trenta e quarant’anni».

Confusione. «La confusione regna sovrana», ammette Maurizio Saia, senatore di Coesione nazionale, «c’è ancora una fetta di centrodestra che crede nelle Primarie. E io sono tra questi».