«Il nostro – continua Bordin – non è un aumento indiscriminato delle tariffe, ma un adeguamento a cui siamo costretti dati i tagli che subiamo dalla Regione, e tra l’altro è il più basso del Veneto, visto che Venezia ha già aumentato di 70 centesimi il costo dei pasti, e Verona sta per farlo».
«Lo vada a dire al 70% degli studenti di Padova, quelli che rientrano nella fascia B, che pagheranno tutti 30 centesimi in più a pasto – risponde Giada Pigatto, rappresentante in Esu per gli studenti di Padova – Noi proponiamo piuttosto un ridimensionamento del servizio, togliendo ad esempio gelato o birra, ma siccome non ci hanno ancora mostrato i bilanci con i vari capitoli di spesa, più volte richiesti, non abbiamo potuto elaborare una proposta più precisa».
