Donne in pole
In questo scenario, sebbene sembri quantomai improbabile che la candidatura del sindaco possa essere benedetta prima di Natale, il profilo comincia a delinearsi in maniera inequivocabile mettendo in pole position le donne di partito, con Barbara Degani sempre più tentata dall’idea di mettersi in gioco, anche se la presidente della Provincia non ha ancora formalmente chiuso nel cassetto il sogno europeo. Si dice però che potrebbe arrivare a sciogliere definitivamente le riserve già nel giro di una settimana. Un altro nome su cui il Pdl potrebbe ragionare è quello di Elisabetta Gardini: a incuriosire è l’appeal che l’europarlamentare potrebbe esercitare sull’elettorato padovano. Cosa che, d’altra parte, rappresenta invece una criticità, se così si può dire, per la Degani che in città non è forte come sul territorio provinciale. Un limite cui potrebbe ovviare anticipando la discesa in campo e contando sul sostegno del bacino elettorale del coordinatore Marco Ma-rin. Ma c’è anche chi sostiene che Giancarlo Galan non sia mai uscito veramente dal giro dei papabili.
La scelta
Proprio il metodo che verrà scelto per “sdoganare” il can-didato, a questo punto rappre-senta una discriminante di non poco conto. Diverse le opzioni sul tavolo: la scelta del direttivo, l’indicazione da parte dei maggiorenti del partito o degli iscritti o, ancora, le primarie. Qualora il Pdl dovesse optare per una soluzione diversa da quest’ultima, tuttavia, il rischio concreto e più volte annunciato, è di un sollevamento di parte del partito.
Liste civiche
A spiegarlo senza tanti giri di parole è il coordinatore vicario del Pdl, che ieri ha partecipato a un pranzo con il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello a Campo San Martino. Tra i presenti – rivela Rocco Bordin – anche il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e l’ex presidente della Provincia Vittorio Casarin: «Non so sia vero che Barbara Degani, che stimo e rispetto, si sia candidata a fare il sindaco e se questo rappresenti un’investitura del partito, cosa che non credo» sostiene Bordin «tuttavia, se così fosse, se cioè il partito avesse rinunciato a scegliere una forma di partecipazione democratica in un momento come questo, si tratterebbe di un atto grave e inaccettabile e mi sentirei legittimato a presentarmi con una lista civica. E come me tutti coloro che hanno a cuore il Pdl». Non si tratta di una questione di merito garantisce Bordin, ma di metodo: «Ho massima stima dei nomi che circolano, da Degani a Lombardi e se uno di loro dovesse vincere le primarie di coalizione lo sosterrei, ma il nostro candidato nella corsa a palazzo Moroni dovrà essere colui che avrà il maggior consenso». Una strategia, assicura, che trova sostegno anche a più alti livelli: «Ne ho parlato con Quagliariello e lui mi sostiene su tutta la linea. A Padova deve essere la gente a decidere, abbiamo visto dove ci hanno condotto imposizioni verticistiche che ormai puzzano di vecchio e che finirebbero per sciogliere il patto.di unità tra noi. Chi intende rinunciare alle primarie sappia che non potrà più contare su una sudditanza incondizionata» conclude Bordin.