Di identico tenore l’intervento della leghista Mariella Mazzetto: «Zanonato è scappato e si è rifugiato a Roma dall’amico Pierluigi Bersani, lasciando Padova nelle mani di una maggioranza che traballa e che spesso non è in grado di assicurare il numero legale in quest’assemblea. Doveva rimanere sindaco fino al termine della legislatura – ha appuntato la pasionaria del Carroccio – Mentre, facendo l’esatto contrario, ha tradito il voto dei cittadini». Il pidiellino Matteo Cavatton, invece, ha posto un problema di sostanza: «Zanonato era non solo sindaco ma anche consigliere comunale, tanto che i componenti ufficiali di quest’aula erano 41. E, quindi, la maggioranza era pari a 21. Adesso però – ha spiegato il giovane avvocato – Rossi diventa sindaco ma non consigliere, perché mai lo è stato, considerato che ha rinunciato ad esserlo accettando la nomina a vicesindaco. Dunque, i componenti ufficiali di quest’aula sono ora 40. E la maggioranza ammonta a 21 o a 20?». Una «provocazione» raccolta così dal segretario generale di Palazzo Moroni, Mariano Nieddu: «Devo approfondire bene la questione, le risponderò per iscritto». Domattina, intanto, Rossi abbandonerà il suo vecchio ufficio all’ombra della Torre Civica e si trasferirà nel nuovo. Quello che era di Zanonato, con vista su piazza delle Erbe.