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Pdl e Lega contro la «staffetta» Zanonato-Rossi

Parole, queste del consigliere pidiellino, ripetute dalla leghista Mariella Mazzetto, che ha ironicamente aggiunto: «Nella nostra città, purtroppo, non vige più la democrazia, mala monarchia assoluta. Il ruolo di sindaco viene infatti demandato di padre, Zanonato, in figlio, Rossi». Accuse, come ovvio, rispedite al mittente dal capogruppo del Pd, Gianni Berno: «La vostra – si è rivolto ai colleghi dell’opposizione – è soltanto invidia per la nomina a ministro di Zanonato e per il fatto che Rossi, per l’anno che abbiamo di fronte, sarà un ottimo sindaco». Ma, subito dopo la votazione della delibera Ruffini, è nuovamente saltato il numero legale. I 13 esponenti del centrodestra in aula hanno sfilato le loro il «tesserane», sorprendendo la maggioranza con sola 20 consiglieri (la quota minima è 21). Cinque, tra i banchi del centrosinistra, gli assenti «giustificati»: Massimo Carraro, Paolo Guiotto, Milvia Boselli, Nona Evghenie e lo stesso Zanonato (che, fino a quando non decadrà da sindaco, sarà ancora membro attivo del parlamentino comunale). Questa sera si replica.