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Verso le Comunali: II partito, in crisi, non ha ancora deciso. Degani in stand-by

Punta ad allargare il cerchio, a inglobare «giovani e professionisti che non vogliono saperne di Ivo Rossi né di svendere la città all’asse Zanonato-Ros-si». D’altra parte, a suo giudizio, il partito «non ha bisogno di leader calati dall’alto, e piazzati in zona Cesarmi, negli ultimi quaranta giorni. I leader ci sono già». Parla di sé. «Il primo degli eletti del centrodestra nel 2009 (1.099 preferenze), amministratore Esu, ex assessore all’edilizia» e altro. Anche se riconosce che un’altra personalità il partito è in grado di esprimerla. «Barbara Degani ha i numeri, ma ha dichiarato, di recente, che non vuole correre la partita delle amministrative locali» (in realtà la situazione appare ancora del tutto aperta: nei giorni scorsi la stessa Degani, su indicazione dello suo spiri doctor Marco Marturano, si è dotata di un nuovo portavoce, che dovrebbe accompagnarla in questi mesi di campagna elettorale. Più di qualcuno si è chiesto: sono le prove generali verso una candidatura?).

Per altro quello della presidente della Provincia non è l’unico nome emerso dagli ambienti di centrodestra. Tra gli «esteri»: l’ex presidente di Confindustria Francesco Peghin, l’ex prefetto Gian Valerio Lombardi e l’ex ad di Safilo, Roberto Vedovotto. Tra i nomi «politici», quelli della senatrice Elisabetta Casellati, dell’europarlamentare Elisabetta Cardini, del consigliere regionale Leonardo Padrin.
Una Babele di nomi – alcuni con qualche chance di successo, altri no per una sola posizione. Ma che farà Bordin se, appunto, il partito tirerà fuori dalla manica un asso diverso? «Se lo fa in tempi ragionevoli – ha affermato – la strada giusta è quella delle primarie. Ci si confronta, e si vede quale sia il candidato migliore. Se invece siamo fuori tempo massimo, e le primarie non si possono più fare, allora corro con una mia lista».
Perché nel frattempo «Rocco Bordin per Padova», (per gli interessati, c’è una pagina Facebook e un’altra www.roccobordinperpadova.org è solo un «movimento di opinioni» e una «community di sostegno», appunto in attesa di capire cosa voglia fare il partito. Ma quale città si immagina Bordin, in caso di vittoria?
«Padova – ha dichiarato – è la città più inquinata del Vecchio Continente. Non lo dico io, lo dice l’agenzia europea dell’ambiente. E il Comune pensa a tagliare gli alberi, anche dove non si deve, come in Sacra Famiglia. Io voglio puntare sul verde, che non è un’esclusiva della Sinistra».
E poi «non è sicura: ci sono troppi divieti. E quando chiudi i bar e i locali nella tarda serata, strade e piazze si riempiono di clandestini. Perciò siamo la capitale veneta dello spaccio».
Sempre secondo Bordin «bisogna puntare su cultura e innovazione; e sul wi-fi». D’altra parte, sottolinea, «Padova è stata guidata da una classe dirigente vecchia e depressa che continua a fare la politica promesse irrealizzabili, come l’audito-rium e la nuova questura». Invece Bordin intende «liberare l’energia per una città al ioo%», portando, cioè, «l’entusiasmo dei quarantenni».Il consigliere ha 46 anni