«A pochi mesi dalle elezioni non possiamo permetterci una situazione di stallo di questo tipo» ammonisce «io spero che il partito resti unito, ma le sirene che si sentono sono tutt’altro che rassicuranti». Il movimento Bordin, vicino a Lupi e agli alfaniani,
1.099 voti nel 2009, primo tra i suoi in Consiglio comunale, ufficializza la propria candidatura a sindaco alla presenza di una trentina di persone, esponenti di «categorie economiche, consigli di quartiere, e ordini professionali». “Rocco Bordin per Padova” sarà un «movimento di opinione costruito dalla gente e aperto a tutte le forze di centrodestra» annuncia «da Forza Italia alla Lega e all’Udc, oltre a tutta quella sinistra moderata che non vuole più votare Ivo Rossi».
Le primarie
L’iter di Bordin da qui alle urne è delineato: il coordinatore vicario del Pdl comincia la sua corsa, pronto a confrontarsi con chi vanterà uguali ambizioni. «Mi candido a sindaco all’interno del centrodestra sostiene ribadendo tuttavia l’idea e l’importanza delle primarie. C’è già un regolamento e se riuscissimo a farle potremmo scegliere la stessa data del centrosinistra. Voglio solo dare una scossa a questa situazione di inerzia: è importante rovesciare il punto di vista, in cui è il partito che guarda al territorio».
La civica
Qualora il Pdl dovesse affidarsi alle tradizionali strategie, con candidature scelte dai vertici, il movimento in questione è pronto a cambiare pelle, trasformandosi in un lista civica a sostegno di Bordin sindaco: «Se dovesse ripetersi l’operazione della candidatura dell’ultimo momento spiega mi sentirei autorizzato a muovermi in questa direzione, poiché verrebbe rotto definitivamente il patto congressuale. E questo è tanto più paradossale perché io e Marin siamo gli unici eletti in maniera democratica, laddove tutte le altre cariche sono di nomina. Ci vuole rispetto per la città, non si può improvvisare un candidato, nemmeno attingendo a quella fantomatica società civile. La leadership si costruisce e legittima nel tempo. L’unica possibilità di vittoria si ottiene partendo per tempo, diversamente, la sconfitta sarà matematica».
I leader
La partita delle candidature, secondo Bordin va giocata all’interno del partito: «I leader ci sono già garantisce e tra questi pongo me stesso, Barbara Degani, che pure mi risulta essersi chiamata fuori, e l’ex prefetto Lombardi che si sarebbe detto disponibile solo in caso di candidatura unitaria, ma non mi sembra questo il caso. E se qualche vecchio proporrà un esponente della società civile, andrà incontro a un fallimento, perché la leadership non è cosa che si improvvisa».
Le reazioni
Prima di uscire allo scoperto, ha avvisato il coordinatore Marco Marin della sua volontà di candidarsi. Quanto alla sua reazione, Bordin taglia corto: «Si è sempre detto d’accordo con le primarie». Intanto, anche il coordinatore vicario è stato invitato all’incontro di martedì con Alfano al Geox «Ci sarò garantisce ma non so se avremo modo di parlare di Padova».
Il programma
Lo slogan è “Padova al 100%” «simbolo della città che vogliamo costruire, sulla scia dell’entusiasmo e contro un centrosinistra delle grandi opere mai fatte, una città sicura anche per studenti e turisti, in cui si rispettano le regole e si privilegia la qualità della vita, dall’ambiente al diritto alla casa e in cui il “si può fare” si contrappone ai divieti di questa amministrazione e tagli e spese vengono concertati con i cittadini e le categorie».
Gli appuntamenti
Al via i dibattiti sul territorio: si parte dall’Arcella con l’ordine pubblico e a Chiesanuova con l’ambiente. Il movimento vivrà anche sul web sul sito, Facebook eTwitter.