«C’è un forte bisogno di realizzare manifestazioni simili in questa zona, caratterizzata dalla sempre più frequente moria di negozi, che una volta chiusi tendenzialmente non vengono più riaperti», ha osservato un’esercente, Carla Tonello, che ha fatto notare come lo spopolamento non riguardi solo i punti vendita, ma anche le abitazioni. «Sempre più spesso gli stranieri prendono il posto degli italiani all’interno dei condomini – ha aggiunto Tonello -, e tante volte questo ricambio di residenti va a scapito delle attività commerciali tradizionali, poiché gli stranieri tendono a recarsi a fare gli acquisti in negozi etnici di loro connazionali anziché nei nostri». Andrea Bertaglia, che gestisce il minimarket di fronte a Sant’Antonino, una delle pochissime piccole botteghe di alimentari sopravvissute nel quartiere, fa notare che l’area di viale Arcella è ormai abitata prevalemente da anziani, «i quali si sentono sempre più spaesati per i tanti cambiamenti del tessuto sociale ed economico del rione, caratterizzato dalla sparizione dei negozi di vicinato a fronte dell’apertura spregiudicata di centri commerciali, e dall’arrivo di una microcriminalità legata allo spaccio che crea insicurezza soprattutto a chi è più avanti negli anni».