Sana autocritica.
«Come Coordinatore vicario Pdl della città di Padova», dice in un ampio intervento Rocco Bordin, «ed eletto dalla nostra gente in un congresso democratico, credo sia giusto fare un po’ di quella sana autocritica che il mio partito nelle alte sfere non ha mai avuto il coraggio e soprattutto la volontà di fare. Egiusto farla adesso – in periodo elettorale – perché ci vorrebbe meno coraggio a farla dopo quando sarebbe scontata!». «So perfettamente», continua, «che le considerazioni che seguiranno infastidiranno più di qualcuno ai vertici del Pdl, che preferirebbe avere una base muta e sottomessa. Io invece ritengo che questo partito, per essere ancora credibile, debba sapere trarre beneficio da tutte le critiche costruttive, senza le quali non ci sarebbe più dibattito, ma solo un’ unica e preoccupante assenza di pensiero». «Sono un convinto militante del Pdl, un moderato di centrodestra perché ritengo che sia questa la posizione politica corretta per risollevare le sorti dell’Italia e intendo partecipare fattivamente anche a questa campagna elettorale in favore del mio partito. Come consigliere comunale (primo degli eletti del centrodestra nel 2009) e assessore di Padova ho sempre cercato di rappresentare la gente, con la quale ho un contatto diretto ed onesto». E quindi Rocco Bordin entra nel merito della vicenda.
Tradite le promesse.
«Per questo mio amore di onestà, rilevo che le liste alla Camera e al Senato in Veneto tradiscono le promesse fatte alla nostra gente nei congressi provinciali e dei capoluoghi come Padova. In quei congressi il Popolo della libertà aveva approvato delle tesi congressuali che promettevano di identificare candidato premier e parlamentari attraverso lo strumento democratico delle primarie. Il partito si era impegnato soprattutto a un concreto rinnovamento dei parlamentari, fissando un limite di mandati per gli uscenti. Conclusioni: le primarie non sono state celebrate e le liste elettorali sono state occupate, a colpi di deroghe e sostegno degli amici, in quasi tutti i posti utili all’elezione dai vecchi parlamentari uscenti. Un certo numero di nomi nuovi, espressione di rinnovamento, sono stati collocati solo nei posti successivi, non utili all’elezione». Quindi Bordin continua la sua critica alle scelte di lista, con riferimento particolare ai paracadutati romani.
Poco coraggio.
«Il Partito non ha dimostrato il coraggio nemmeno di alternare un nuovo eleggibile a un vecchio eletto, per rinnovare almeno in parte la rappresentanza. Il Pdl è diventato nei fatti un partito conservatore: le seggiole sono conservate solo per i soliti nomi grazie ad un sistema elettorale pensato più per gli ovini che per gli elettori. Ricordiamo tutti che i coordinatori regionali avevano assicurato che nelle liste venete non ci sarebbero stati carneadi paracadutati da Roma. Anche qui, ovviamente, nulla è cambiato rispetto alle vecchie pratiche, tanto che tra Veneto 1 e 2 ci sono stati ben due alieni estranei al Veneto, che costituiranno una percentuale che supererà il 20% degli eletti nel Veneto alla Camera».
La vecchia classe.
«Credo che per chiedere i voti alla gente non possiamo più parlare di rinnovamento (che non c’è stato), ma dire con onestà che il partito nazionale ha scelto di conservare tale e quale la sua vecchia classe dirigente. A mio avviso riproponendo queste prassi, il partito Nazionale ha commesso un grave errore che alle prossime elezioni amministrative non dovrà ripetere. Nel 2014, infatti, si vota per il Comune di Padova: lì il Pdl non potrà calare dall’alto uomini e soprattutto il candidato sindaco. Per questo si dovranno celebrare le primarie con buon anticipo, rispetto alla data delle elezioni e nessuno ci potrà raggirare con false promesse perché noi non lo permetteremo più. Troppi amministratori ed elettori ci hanno abbandonato a causa di questi e di altri buoni motivi (lo vediamo nei sondaggi), ma tutto ciò evidentemente non è bastato . La campagna elettorale che farò nelle piazze, a contatto con il popolo, è quella della verità. Se garantisco ogni impegno necessario a far comprendere la necessità urgente di un cambiamento di politica economica in senso liberale e federalista votando centrodestra, per il bene del partito però non mentirò sul rinnovamento mancato, non mentirò sull’occasione persa delle primarie: non concederle, infatti, è stato un errore grave che il Pdl non deve più commettere ».