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Pasti gratis per oltre 3500 studenti

La crisi morde, ma il piatto non piange. Sono 3.576, con un’impennata di matricole, gli studenti universitari che ogni giorno mangiano gratis in una delle mense e dei punti di ristoro dell’Esu, l’ente per il diritto allo studio di Padova. Dal reddito troppo basso, questi ragazzi consumano il 5,8% dei 1.250.000 pasti che ogni anno vengono cotti e serviti. Le sedi preferite sono i RistoEsu Piovego e San Francesco, dove i giovani possono scegliere tra tre tipologie di primi piatti, quattro varietà di secondi, due contorni caldi e il buffet di insalate. 0, in alternativa, trovare formaggi, piatti freddi, insilatone. Quelli dal reddito più alto non se la passano comunque male, potendo mangiare con un minimo di 2 euro e un massimo di 5,70. Tant’è vero che, nonostante le critiche di alcuni mesi fa per l’aumento di una manciata di cent, gli studenti del Bo che si affidano all’Esu di Padova sono quelli che, a livello veneto, ricevono il servizio più articolato, grazie a una buona gestione che tiene i conti economici in equilibrio tra costi e benefici.

Con un giro contabile di 27 milioni, l’Esu va dunque incontro a tutte quelle esigenze che ruotano attorno all’attività didattica vera e propria, rivolgendosi ai 60 mila iscritti all’Università di Padova, dei quali 12 mila al primo anno, 5.292 beneficiari di borse di studio. Dai 130 ai 195 euro al mese il costo di una stanza nelle 16 residenze gestite dall’ente, spesa comprensiva di utenze, quindi tra le più basse in assoluto nel panorama degli affitti agli universitari. Lo scorso anno le richieste di alloggio rivolte all’Esu patavino provenienti dall’estero sono più che quadruplicate, passando dalle 200 del 2012 a 900.

«Investimenti in informatica, fibre ottiche, estensione di banda, informazioni scaricabili su app; nelle mense il servizio Speedy Esu, sorta di telepass della ristrorazione, card prepagata che dà accesso alla corsia veloce, ristrutturazioni e ampliamenti di alloggi: queste sono solo alcune – spiega il commissario straordinario Rocco Bordin – delle novità recenti, insieme con la creazione di un laboratorio europeo che ci mette in rete con Germania e Francia». Un esempio concreto e oltremodo virtuoso, aggiunge l’assessore veneto alla formazione Elena Donazzan, «di un diritto allo studio passato negli anni dal ruolo passivo che svolgeva occupandosi meramente dei servizi base, ad un approccio propositivo, capace di accogliere e attrarre con opportunità reali».